lunedì 11 agosto 2008

Recensione su Lucaniart Magazine


E’ un libro che fa rabbia, ma dona piacere! Fragole e uranio, di Pasquale Stigliani e Francesco Buccolo, racconta la protesta dei cittadini di Scanzano Jonico contro il progetto del governo di creare il sito nazionale delle scorie nucleari in paese. E’ la testimonianza della rivolta popolare lucana contro il tentativo di abusare della terra metapontina da parte di Berlusconi. E’ un memoriale appassionato, scritto da due protagonisti di quei giorni di protesta che, nel novembre del 2003, si allargò a tutta la Basilicata e trovò il sostegno in tutta Italia. La decisione governativa fu un’operazione subdola, emanata nel giorno del lutto per le morti di Nassirya. Si tentò di approfittare del dolore nazionale, per far passare “sotto silenzio” un provvedimento odioso. E tale “coincidenza” è ben raccontata dagli autori. Proprio per questo è un libro che fa rabbia: per le scelte sballatissime del gruppo massone lobbistico, che spadroneggiava nel governo Berlusconi, per il tentativo di irridere leggi e logica, per la sottovalutazione della consapevolezza civica degli abitanti della Basilicata. “Chi aveva scelto la Basilicata per i propri affari non aveva una grande considerazione dei talenti lucani” scrive Stigliani. Ma “Fragole e uranio” è anche una pubblicazione che dona un piacere immenso almeno per due motivi. Primo: le lobbies anche le più sfrontate si possono sconfiggere; secondo: le masse meridionali -e in particolare quella lucana- hanno dimostrato una civiltà che inorgoglisce il Sud. La vittoria della gente di Scanzano è la consacrazione della sacralità del territorio, contro ogni mercimonio economico. La contestazione ad una scelta sbagliata è presente sin dal titolo: fragole contrapposte all’uranio.E’ l’orgoglio per l’alta qualità dell’agricoltura locale. E’ il riconoscimento a contadini tenaci, che contrastano le speculazioni a tavolino di tecnocrati e affaristi. Sono uomini che passano dalle lotte agrarie alla protesta antinucleare, per rivendicare il proprio diritto ad esistere. Senza tentennamenti. Letti in questo modo, i fatti di Scanzano diventano epopea entusiasmante, che assurgono al valore delle saghe antiche, traboccanti di gesta contro la tirannia.La doppia testimonianza di Stigliani e Buccolo rievoca quei difficili e trascinanti quindici giorni di lotta. Loro malgrado, i due autori nel novembre del 2003 diventano artefici di una ribellione straordinaria, civile, pacifica. Con intensi flashback, viene descritto il modo spontaneo e non cruento, con cui si è vinto contro i poteri forti. Per raccontare gli eventi della rivolta, hanno due osservatori privilegiati: il Campo Base di Terzo Cavone, dove opera Stigliani, l’avamposto nella capitale, dove agisce Buccolo. E la lotta contro l’arrivo delle scorie nucleari si sviluppa nei ricordi e nelle emozioni forti, di chi non vuol patire un madornale arbitrio ambientale, sociale, storico. Le pagine di “Fragole e uranio”, con prefazione di Beppe Grillo, descrivono molti protagonisti della lotta, per lo più anonimi cittadini, che mai avrebbero pensato di divenire tasselli di un evento divenuto un emblema internazionale di ribellione pacifica. C’è il rigoroso professore di liceo, che urla la sua protesta ai celerini, il barista, che ogni mattina distribuisce caffè e cornetti agli occupanti di Terzo Cavone, la Mamma Ribelle, che per prima occupa i pozzi dove si vorrebbe creare la discarica nucleare, i bambini delle elementari che giocano al Campo Base, il clero che si adopera attivamente nella protesta, i lucani all’estero che manifestano sotto le ambasciate, i giovani universitari che inventano slogan, gli artisti, come Ulderigo Pesce e Sabina Guzzanti, che danno una mano concreta, per non far sentire soli i manifestanti di “Scanziamo le scorie”. Ovviamente, ci sono anche i politici, che fanno più o meno bella figura, muovendosi come comparse –però- sui luoghi della protesta. E c’è il pathos della grande manifestazione del 23 novembre, che mobilita oltre 100.000 persone. “Fragole e uranio” spiega come un popolo mite si trasformi in novello “brigante”, per difendere la propria terra. “Si è lottato per sopravvivere alla minaccia dell’avvelenamento perpetuo, che la stessa terra, costata sudori e fatiche, rischiava di subire” precisa Buccolo. La resistenza di questo popolo si è concretizzata con 10 blocchi stradali permanenti su tutti gli accessi della regione: sull’A3 a Lagonegro, sulla Statale 106, a Matera, a Metaponto a Grassano… ovunque. Come riferisce sempre Buccolo “…una Regione immobilizzata, che chiudeva le porte al mondo esterno, disposta privarsi delle stesse fonti di approviggionamento primario e decisa a resistere ad oltranza. Tutti insieme con un unico obiettivo: scanzare le scorie.”E questa volta la storia cambia: i “Briganti” vincono! La mobilitazione popolare dei Lucani sconfigge il governo Berlusconi, che è costretto a fare retromarcia e a ritirare il decreto della creazione del sito nazionale delle scorie nucleari a Scanzano. La lotta diviene esempio: a Bombay c’è una vera e propria consacrazione: Scanzano -nel documento costitutivo della Rete Mondiale Antinucleare- viene eletto a modello di “conflitto non violento”. Cosa resta di quei giorni? “Ogni Lucano, in cuor suo, sa di aver compiuto una grandissima impresa. Ogni Lucano ha ora il dovere di farne tesoro. Girovagando, e non solo in Basilicata, si percepisce ancora l’eco di quei giorni, il senso di civiltà derivante da una protesta giusta, oggi convertita in proposta. Si sente nei cuori di chi ha partecipato, tra le persone che si sono unite, nell’intimo sentire delle nostre terre silenziose.”Così si conclude il libro, con il profumo di una vittoria stupenda.
Raffaele Grimaldi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto il libro di Pasquale Stigliani e Francesco Buccolo ed ho rivissuto -come dal vivo- quelle indimenticabili giornate.
Grazie ai due autori.
Ottavio

Lascio anche il link di collegamento all'articolo pubblicato su lucaniart, perchè vi sono degli interessanti commenti.
http://lucaniart.wordpress.com/2008/08/05/fragole-e-uranio-di-pasquale-stigliani-e-francesco-buccolo/